"/> Trigger Point: cause, riconoscimento e trattamento
Trigger point miofasciali: come trattarli e ridurre il dolore

Trigger point miofasciali: come trattarli e ridurre il dolore

Trigger Point

 

Partiamo con spiegare la definizione di queste due parole Trigger point e miofasciale spesso collegate tra loro.
Trigger point sono delle aree di iperirritabilità all’ interno di un tessuto (spesso muscolare), che a seguito di una compressione evocano un dolore irradiato.
Con il termine miofasciale si intende letteralmente muscoli e fascia, due tipi di tessuto in stretta correlazione tra di loro.
I Trigger Point miofascali sono dei focolai infiammatori ristretti che se stimolati inducono un dolore riflesso sul muscolo e/o sulla fascia.

Un esempio? Un Trigger point sul muscolo trapezio, che inducendo un dolore miofasclae può generare cefalea.

 

Come riconoscere un trigger point?

 

I Trigger Points si individuano facilmente attraverso la palpazione, si apprezza come un chicco di riso, in alcuni casi può essere grande come una nocciolina, e inducendo una piccola pressione si evidenzia nel soggetto una sintomatologia dolorosa immediata.

 

Cause principali di formazione dei trigger points?

 

Le cause principali sono molteplici tra le più comuni evidenziamo:

  1. Traumi
  2. Eccessivo utilizzo di un muscolo in intensità, frequenza o “a freddo”
    (sovraccarico)
  3. Stress
  4. Squilibri posturali
  5. Effetti collaterali dei farmaci (antidepressivi)

 

Quali sono i sintomi più comuni dei Trigger Points?

 

Spesso i sintomi più comuni associati ai Trigger Points sono caratterizzati da un dolore altalenante che generalmente può causare dei deficit di forza muscolare. La dolenzia può essere in una zona molto piccola, puntiforme, o mostrasi su di una zona più estesa generando il dolore irradiato.
Frequentemente noteremo con attenzione che la cute è più calda nelle immediate vicinanza del Trigger Point, questo ci certifica l infiammazione che si sta sviluppando.
Solitamente il dolore aumenta con il freddo e durante la notte, mentre migliora con applicazioni di calore.

 

Come trattare i Trigger Point?

 

I metodi per trattare i Trigger Point miofasciali fortunatamente sono molteplici, spesso una terapia manuale, effettuata da un professionista abilitato, è la migliore soluzione. Il trattamento viene eseguito con la tecnica della digitopressione ed in pochi minuti si ha la completa disattivazione del trigger point ed un notevole miglioramento della sintomatologia
dolorosa.
Oltre alla terapia manuale si può eseguire la terapia del dry needling, simile all’agopuntura, stretching ed infine applicazione di calore.
Esistono molte terapie strumentali, coadiuvate dal professionista competente, che velocizzano la disattivazione dei trigger points.
Di queste segnalo:

  • Diatermia
  • Laser
  • Onde d’urto
  • Ultrasuoni
  • TENS

 

Controindicazioni al trattamento dei trigger points

 

Come tutti i tipi di trattamento, esistono delle controindicazioni come: lesioni traumatiche recenti, infezioni, stati febbrili, flebiti, tromboflebiti e presenza di varici importanti, malattie della cute e neoplasie.
In tutti questi casi è fortemente sconsigliato sottoporsi al trattamento.

 

Il trattamento dei Trigger Points è doloroso?

 

Dipende molto dalla soglia del dolore del paziente, ma possiamo dire che non è un massaggio di piacere.
I soggetti percepiscono un dolore nel momento in cui viene esercitata la pressione sul trigger point, dopo qualche secondo si percepisce un senso di scioglimento muscolare associata ad una rapida diminuzione del dolore.
Molto spesso in una sola seduta si ottengono notevoli risultati con una diminuzione del dolore, in alcuni casi, anche dell’70-80%, altre volte sono necessarie più sedute ma di certo non si può considerare il trattamento dei trigger points miofasciali un trattamento lungo con molte sedute.

 

Autore:

Dott. Emanuele Lisena

Massofisioterapista

Laureato in scienze motorie e sportive

 

 

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